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L’adolescenza e i cambiamenti fisici e cognitivi

21 Aprile 2022

Arriva un momento nella vita dei genitori in cui scatta questa domanda: come comportarsi con i figli durante l’adolescenza? 

L’adolescenza si sa è un periodo di forti turbolenze e per un genitore può non essere sempre facile capire il proprio figlio. Comprendere il comportamento tipico degli adolescenti e i cambiamenti biologici, emotivi e cognitivi che sperimentano è il primo passo per facilitare la gestione del rapporto genitori-figli durante l’adolescenza.

Per farlo, nei prossimi contributi passeremo in rassegna tutti i principali cambiamenti che sul piano fisico e psicologico gli adolescenti vivono, iniziando da quelli fisici per poi passare a quelli psicologici, di natura cognitiva emotiva e sociale.

L’adolescenza viene definita come una fase di passaggio e transizione dall’infanzia alla vita adulta e si estende all’incirca dai 12 ai 18 anni. In questa fase, lo sviluppo fisico porta l’adolescente a confrontarsi con il cambiamento della propria struttura fisica che passa dall’essere quella tipica di un bambino all’assomigliare sempre di più a quella di un adulto. I cambiamenti fisici e la maturazione sessuale soprattutto, sollecitano nuove esperienze sia dal punto di vista relazionale che individuale in quanto spingono l’adolescente a confrontarsi con il proprio ruolo sessuale. Il completamento dello sviluppo cognitivo porta alla capacità di confrontarsi con nuove competenze, sempre più complesse ed articolate. Infine, le esperienze personali e sociali tipiche dell’adolescenza traghettano il giovane verso una piena individuazione del sé, una maggiore autonomia e un senso di identità personale.

Per quanto riguarda lo sviluppo fisico, in adolescenza la fase della pubertà comporta la maturazione dell’apparato sessuale e la comparsa dei caratteri sessuali secondari. Per le femmine le modificazioni fisiche riguardano soprattutto lo sviluppo del seno, la comparsa dei peli pubici, l’arrotondamento dei fianchi e la comparsa del menarca, il primo ciclo mestruale. Per i maschi invece tipicamente si assiste ad esempio alla crescita dei testicoli e del pene, alla comparsa dei peli pubici, della barba, alla prima eiaculazione e alla modificazione della voce.

In generale, confrontarsi con un corpo che cambia così rapidamente può non essere semplice. Le rapide trasformazioni fisiche possono rendere sconosciuto un corpo nel quale improvvisamente può essere difficile riconoscersi. Per questo emerge nell’adolescente il bisogno di comprendere ed assimilare i cambiamenti fisici in corso, sia attraverso il continuo ricorso alla propria immagine allo specchio, sia attraverso il confronto con i coetanei e a modelli di riferimento.

La presenza di lievi difetti fisici, o di caratteristiche personali vissute come tali possono dar luogo a profondi vissuti di inadeguatezza e sofferenza che possono talvolta esitare in quella che viene definita “dismorfofobia” ovvero la convinzione di avere qualcosa di anomalo nel proprio corpo. Non è difficile credere come questo spesso si accompagni a vissuti di inadeguatezza, vergogna disagio.

Accanto ai cambiamenti fisici, l’adolescente vive e sperimenta altri cambiamenti, meno visibili dal mondo esterno ma non per questo meno importanti.

Dal punto di vista cognitivo si verifica il raggiungimento di una importante tappa dello sviluppo cognitivo. Quella dell’acquisizione del pensiero ipotetico deduttivo ovvero di quella forma di pensiero del tutto nuova che permette al ragazzo di manipolare i concetti astratti, di simbolizzarli, di formulare ipotesi e relazioni tra di esse. Fino alla fase precedente dello sviluppo, il bambino non era in grado di pensare se non a oggetti concreti, mentre ora, da adolescente, astrae concetti rendendoli generali. Più nel dettaglio, si parla di pensiero ipotetico, perché basato su situazioni ipotetiche, immaginarie, diverse o in contrasto con la realtà percepita e perchè è caratterizzato da un primato della rappresentazione sulla realtà, del possibile sul reale. Il pensiero è inoltre deduttivo, in quanto, partendo da certe ipotesi, trae conseguenze sulla base di  rapporti che sono noti e che permettono di collegare  tra loro due proposizioni.

Acquisire un pensiero di tipo ipotetico-deduttivo significa saper la dimensione realtà-irrealtà, allargare la prospettiva temporale, arricchire le opzioni di scelta.

L’adolescente, quindi, inizia a distinguere tra il certo, l’incerto e il possibile e si apre al mondo della progettualità futura. Da tutto ciò consegue una percezione più ampia delle prospettive e delle opzioni di azione a disposizione che, a sua volta, induce da un lato un senso di ricchezza e pienezza, dall’altro può indurre tensione e preoccupazione, per i dubbi circa la propria adeguatezza o per la necessità di effettuare delle scelte.

Dott.ssa Anna Guerrini
Psicologa