Scuola chiama voti! Sebbene la scuola sia solo agli inizi, quando se ne parla non si può non pensare ai voti, ai giudizi degli insegnanti, alle pagelle.
I voti a scuola sono dei giudizi, delle valutazioni che gli insegnati esprimono circa l’andamento scolastico degli studenti nelle materie che insegnano. Dopo un compito scritto o un’interrogazione orale segue sempre un voto. Esso rappresenta un’occasione per rimandare un feedback allo studente circa la sua prestazione. Attraverso il voto è possibile capire che cosa si ha imparato, che cosa andrebbe potenziato, quali sono i punti di forza e di debolezza circa l’apprendimento di quella materia. Tuttavia, molto spesso il voto viene preso da parte degli studenti come un giudizio personale, che esula dal compito svolto e che sfocia in una rappresentazione positiva o negativa di sé. Un elemento importante su cui i voti possono esercitare un peso è l’autostima.
L’autostima è il valore che ciascuno di noi attribuisce a se stesso. È un concetto in continua evoluzione che inizia a costruirsi fin dai primi anni di vita e prosegue, si evolve nel corso degli anni. Anche le esperienze di vita contribuiscono nel determinare la propria autostima. E se pensiamo ai bambini e ai ragazzi a scuola, ci rendiamo subito conto di quanto le esperienze scolastiche, tra cui i voti, possano avere un peso notevole nella costruzione della propria autostima. Questo accade perché l’autostima è influenzata da diversi fattori, tra cui il senso di autoefficacia, ovvero la fiducia che una persona ha nelle proprie capacità, la convinzione di farcela, la capacità di credere di potercela fare. Esperienze negative, se non debitamente elaborate in quanto tali, possono finire per indebolire il senso di autostima e di autoefficacia.
Per bambini con una scarsa autostima è difficile affrontare un brutto voto. Per alcuni di loro prendere un voto insufficiente al compito in classe significa “Io non valgo a sufficienza”. Questo avviene perché è come se si creasse un parallelismo tra il voto preso a scuola e il giudizio personale di sé, come a dire che un 5 alla performance scolastica equivale a un 5 alla persona.
Va detto poi che una scarsa autostima spesso favorisce l’innescarsi di un circolo vizioso per cui non credere in se stesso porta a crearsi delle aspettative negative sull’andamento di un compito. Esse non motiveranno lo studente ad impegnarsi e a mettersi in gioco e comporteranno inevitabilmente un ennesimo fallimento che a sua volta andrà ad alimentare e a rafforzare una scarsa autostima.
Per questo è compito dei genitori supportare la costruzione di una buona autostima e di una buona rappresentazione di sé aiutando i propri figli a non attribuire al voto un peso maggiore di quello che ha nella costruzione di una positiva ed integrata immagine di sé.
Al contrario, è bene educare i propri figli a saper riconoscere i propri successi, le proprie risorse, individuare i propri limiti e motivarli a superarli, assumendo un ruolo attivo e positivo, confidando nella capacità di potercela fare. È importante che i genitori esprimano la loro fiducia nelle capacità dei figli. Questo li aiuterà a rendersi conto che qualcuno crede in loro. È compito dei genitori anche favorire l’espressione delle emozioni dei propri figli, aprendoli al dialogo e al confronto al fine di esprimere ciò che sentono. Questo li aiuterà a gestire positivamente le proprie emozioni senza sentirsi sbagliati.
Dott.ssa Anna Guerrini
Psicologa