Spesso si parla di bullismo, un fenomeno che riguarda molto da vicino bambini e ragazzi che nell’ambito delle relazioni tra pari, il più delle volte a scuola, possono avere a che fare con episodi di vittimizzazione. Esiste però una forma di bullismo, più sommersa, ma non per questo meno presente che non si vede tra i banchi di scuola, ma si gioca nel mondo virtuale. Il cyberbullismo.
Se il bullismo viene definito come quel fenomeno di sistematica prevaricazione e soprusi messi in atto da parte di un bambino di un adolescente, definito “bullo” nei confronti di un altro percepito come più debole, ovvero la vittima, il cyberbullismo ne rappresenta una sua più recente evoluzione che non si gioca nel mondo fisico ma in quello virtuale.
L’avvento di Internet e l’uso dei dispositivi digitali tra i giovanissimi ha senza dubbio portato notevoli cambiamenti nella loro vita. Il mondo di Internet però cela sempre delle insidie. Il cyberbullismo è una di queste. È importante che i genitori sappiano di che cosa si tratta al fine di proteggere i loro figli dal rischio di essere esposti a questo fenomeno.
Con il termine cyberbullismo si fa riferimento alle violenze verbali e psicologiche che la figura del bullo, agisce nei confronti della vittima, che non viene più colpita nel mondo reale ma online. Il cyberbullismo per le sue caratteristiche è dunque più pervasivo e colpisce diversamente la vittima, rispetto al bullismo tradizionale. Questo accade perché gli attacchi di cyberbullismo possono essere fatti da chiunque, anche in forma anonima e possono colpire la vittima in qualsiasi momento. Tra i vari motivi che rendono il cyberbullismo più grave del bullismo tradizionale vi è quindi una perdita di confini che rende la vittima più vulnerabile ad ogni attacco.
Diverse sono le motivazioni che spingono un ragazzo ad agire violenza virtualmente, e altrettante le conseguenze di natura fisica e psicologica sulla vittima.
In quanto genitori è importante non lasciare mai soli i propri figli in balia degli strumenti tecnologici e porsi come figure di riferimento a cui il bambino o il ragazzo vittima di cyberbullismo sente di potersi rivolgere per chiedere aiuto.
Esistono, infatti, dei piccoli accorgimenti pratici che possono rendere la fruizione di internet più sicura: non divulgare contenuti troppo personali e privati, mettere al sicuro i propri materiali, ad esempio con password sicure, non accettare richieste di amicizia, oppure tentativi di comunicazione da persone sconosciute.
È importante che i genitori seguano i loro figli nell’uso che essi fanno di Internet. Parlare loro dei rischi e dei pericoli che si celano dietro l’uso dei dispositivi tecnologici serve per rendere responsabile la loro fruizione del web.
I genitori poi, al pari della scuola e di altre agenzie educative, devono essere impegnati in prima linea a combattere il fenomeno agendo in ottica preventiva, promuovendo il rispetto per se stessi e per le altre persone nei propri figli e agire così in un’ottica di responsabilizzazione.
Dott.ssa Anna Guerrini
Psicologa