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Genitorialità e separazione

5 Giugno 2024

Nel momento in cui due persone si separano, mettono un punto rispetto alla loro unione sul piano coniugale, ma non smettono di essere legati nell’esercizio della loro genitorialità qualora dalla loro unione abbiano dato alla luce un bambino. Esiste una grande differenza, infatti, tra legame coniugale e genitoriale. E l’interruzione del primo non deve avere ripercussioni sul continuo esercitare del secondo.

In molti si preoccupano che la separazione possa avere effetti negativi sullo sviluppo del figlio. In realtà non sempre questo accade. A volte la separazione dei genitori costituisce per il bambino un’esperienza per osservare e sperimentare come gli adulti risolvono i conflitti, affrontano il disaccordo, litigano e sanno separarsi. Tutto allora dipende da come questa fase viene affrontata. A determinare una fonte di stress per il bambino non è tanto la separazione in sé e per sé quanto il modo in cui questa viene gestita da parte dei genitori, soprattutto nella misura in cui essi lasciano che il figlio venga coinvolto in dinamiche disfunzionali di tipo relazionale nell’ambito della separazione stessa.

Ci sono quindi alcuni elementi importanti da tenere in considerazione e di cui avere cura per far sì che la separazione venga affrontata in modo costruttivo dal bambino e non venga vissuta in modo traumatico e deleterio per il suo benessere psicologico.

La separazione dei genitori è vissuta dal bambino con una miscela di emozioni che comprendono il senso di abbandono, la rabbia, la frustrazione, l’impotenza, sentimenti simili al dolore provato di fronte alla morte di una persona cara. In questi momenti, i bambini sperimentano un profondo senso di solitudine, un isolamento legato alla difficoltà di rivolgersi all’adulto, completamente assorbito dal conflitto e provato dalla propria sofferenza, per condividere i propri vissuti emotivi ed ottenere conforto. Il figlio necessita dunque, nella fase di rottura tra i suoi genitori, di stabilità e continuità nelle sue relazioni affettive, di sentirsi protetto dalle figure genitoriali che devono essere in grado di pensare a lui, in modo costruttivo.

Spesso per il genitore questo passaggio è difficile, poiché comprende il fatto di assumersi la responsabilità di affrontare temi difficili e caldi con il figlio, in cui vi è la tendenza a voler proteggere, negandolo contenuti ostici, il figlio da eventuali sofferenze. Ma è proprio nel non detto che si può celare la sofferenza del bambino nel vivere una situazione apparentemente incomprensibile e foriera di emozioni difficili, come la confusione, la paura, la colpa. Infatti, il bambino non possiede ancora strumenti cognitivi sufficienti per elaborare correttamente la situazione e comprendere i motivi di questo cambiamento. Spesso si attribuisce la colpa della rottura del legame matrimoniale, arrivando a credere di non meritarsi l’amore dei genitori. Inoltre, il bambino può vivere l’allontanamento di uno dei genitori come un abbandono della famiglia verso il genitore che non è più in casa, destino che lo spaventa terribilmente e lo potrebbe portare ad immaginare una prospettiva simile anche per lui.

Le ricerche inoltre indicano che è la conflittualità tra i genitori, più che la separazione in sé, a produrre gli effetti più deleteri sul benessere dei figli.  Quando si innescano dinamiche conflittuali tra genitori in fase di separazione il rischio è che il bambino sia spettatore di continui litigi e scontri, che rendono il suo mondo un mondo instabile, violento, spaventante. Inoltre, in scenari simili, il bambino rischia di essere coinvolto in dinamiche relazionali disfunzionali in cui diventa oggetto de contendere tra due genitori in conflitto, sia per ottenere legalmente il suo collocamento, sia per un reciproco sentimento di rivalsa. Il bambino, nel mezzo di questo difficile gioco di ruoli, può quindi sperimentare pesanti e fastidiose spinte verso un alleanza con uno dei due genitori a scapito dell’altro, finendo per provare colpa e inadeguatezza all’interno delle relazioni per lui più significative.

Ecco perché è importante comunicare quindi al proprio figlio la decisione di separarsi, motivandola e rendendola di facile comprensione, è utile a contenere le paure e le angosce del bambino, permettendogli di riconoscerle e farle emergere in un dialogo positivo con il genitore; tenere aperto un canale comunicativo, nel quale innanzitutto fornire informazioni chiare e semplici, ma veritiere di quanto sta accadendo, in modo da accompagnare il bambino in una fase di cambiamento senza che si senta perso e disorientato è un modo per accompagnare il figlio lungo il percorso in cui affrontare e superare la separazione dei propri genitori, con la possibilità di lasciare che emergano anche le sue emozioni i suoi vissuti in un contenitore che lo possa proteggere dalle sue paure.

Dott.ssa Anna Guerrini
Psicologa